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Cancro alla mammella e tinture per capelli: esiste un reale collegamento?

Cancro alla mammella e tinture per capelli: esiste un reale collegamento?

Recenti studi americani hanno cercato di far chiarezza su un quesito che da anni molti si pongono: esiste un collegamento tra il rischio di cancro al seno e alcuni prodotti per capelli? Nonostante le indagini condotte non siano ancora definitive, alcuni dati emersi sarebbero davvero rilevanti. Non occorre allarmarsi: gli esiti sono spesso contrastanti e dipendono dal tipo di prodotto utilizzato.

Lo studio

Stefania Gori, direttore del Dipartimento di Oncologia al Cancer Care Center dell’Ospedale Sacro Cuore di Verona e presidente dell’AIOM, spiega che lo studio è stato svolto su circa 4000 donne, sia bianche che afroamericane. Si è cercato di capire, spiega l’esperta, se ci fosse un legame tra il rischio di cancro alla mammella e l’utilizzo di diversi prodotti per capelli, quali tinture, prodotti liscianti e alcuni balsami. Ne è risultato che sulle donne afroamericane l’utilizzo di tinture e liscianti chimici (specie se utilizzati insieme) avrebbe fatto alzare il rischio di carcinoma mammario di circa il 50%, mentre per quanto riguarda le donne europee si parla addirittura del 74%.

Perché tinture e liscianti chimici sono così pericolosi?

Fermo restando che non sono ancora studi definitivi, si è ipotizzato che questi prodotti per capelli possano contenere delle sostanze potenzialmente cancerogene. Potrebbero contenere anche fonti di estrogeni, la cui prolungata assunzione porta ad aumentare il rischio di cancro al seno.

A cosa si deve fare attenzione?

Le tinture per capelli rappresentano uno dei prodotti cosmetici più studiati negli ultimi anni. Quello che possiamo dire con certezza è che ogni prodotto è severamente regolamentato dalla normativa europea. Se determinati prodotti vengono utilizzati nella maniera corretta devono garantire al consumatore la massima sicurezza. Le sostanze presenti nelle tinture per capelli vengono sempre sottoposte alle valutazioni dal Comitato Scientifico di competenza della Commissione Europea. Fino ad oggi, possiamo affermare che non è ancora stato dimostrato un rischio effettivo per la nostra salute.