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Mele antiche: quelle più “brutte” in realtà sono le più buone

Mele antiche: quelle più “brutte” in realtà sono le più buone

Un vecchio detto diceva “Anche l’occhio vuole la sua parte”, ma è davvero da considerare valido anche quando andiamo a fare la spesa? Uno studio condotto dall’Università di Pisa e dalla Scuola Superiore Sant’Anna su alcune varietà di mele antiche messe a confronto con una delle più diffuse a livello commerciale vuole dimostrare l’esatto contrario.

Mele antiche e proprietà nutrizionali: lo studio

Sono state prese in esame sei diverse varietà di mele antiche diffuse particolarmente sul territorio toscano, nello specifico la Mantovana, la Mora, la Nesta, la Cipolla, la Ruggina e la Sassola. Sono delle mele tendenzialmente meno “belle” a vedersi delle classiche con una forma perfetta e un bel colore lucido che solitamente attirano la nostra attenzione.

I ricercatori hanno effettuato un test per verificarne le qualità terapeutiche sia con il prodotto fresco che essiccato e ne è risultato che le mele più antiche siano, a tutti gli effetti, quelle migliori a livello nutrizionale. Le mele citate in precedenza hanno, infatti, fino al 20% di polifenoli in più rispetto ad una Golden Delicious e, in particolare, la varietà Cipolla ne ha addirittura il doppio.

Come sfruttare questa ricerca?

Si tratta sicuramente di un risultato da non sottovalutare, vista l’importanza che i polifenoli hanno per la nostra salute: sono sostanze naturali con alte proprietà antiossidanti che possono apportare svariati benefici al nostro organismo, tra cui prevenire l’invecchiamento cellulare e lo sviluppo dei tumori.

Purtroppo, le varietà di mele più antiche risultano essere meno acquistate di altre proprio per via del loro aspetto. Uno dei consigli dati da Luca Sebastiani, direttore dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna, per preservarne e migliorarne la produzione è quello di provare a venderle essiccate sotto forma di snack: “Considerato che il procedimento di essiccazione che abbiamo utilizzato è adattabile ad uso domestico e per piccole produzioni questa idea potrebbe aiutare a salvaguardare i prodotti tipici locali”.